La tecnica utilizza il “rumore ambientale” dovuto alla composizione delle onde elastiche (P e S) che si propagano continuamente dagli strati del sottosuolo (originate da svariate sorgenti quali attività sismica, variazioni barometriche, onde oceaniche, attività antropiche, ecc...) e che si porpagano naturalmente agli edifici facendoli vibrare nel campo elastico. Anche le strutture sono continuamente sollecitate dal “rumore ambientale” e rispondono con più modi di vibrare, pur mantenendosi sempre nel loro campo elastico.
La tecnica consente di individuare le caratteristiche dinamiche della struttura (frequenze di vibrazione, modi di vibrare, damping) e confrontarle con i parametri sismici del sito (frequenza fondamentale del rapporto spettrale HV) per verificare l’induzione del fenomeno della risonanza (accoppiamento sito / struttura). Tale comportamento è chiamato spettro di risposta ed è unico per ciascuna struttura, al punto di poterlo definire come la sua impronta digitale. Effettuando più misure sulla struttura (sincrone o afasiche) è possibile ricostruire le frequenze fondamentali corrispondenti ai primi modi di vibrare della struttura e valutare gli spostamenti attesi. |
DANNI ALLE STRUTTURE
Sulla base delle registrazioni (monitoraggio) alla luce delle norme Europee (UNI 9916, DIN 4150-3) è possibile valutare gli effetti delle vibrazioni sulla struttura (edificio residenza, industriale o storico) distinguendo tra “danno architettonico” e “danno maggiore”. Ciascun evento che superi il valore soglia ammissibile per l’edificio può essere identificato, distinguendo le tre componenti spaziali (x, y, z) e indicando:
Del periodo di monitoraggio viene proposta una analisi statistica con il numero di eventi di superamento della soglia, l’entità del superamento e il loro contenuto in frequenza. |